Ci scrive Tamara: “Sto svezzando mia figlia e visto che mangia ho sempre tanto latte. Volevo sapere se è possibile donarlo a chi ne ha bisogno”.

Ecco, questo è un aspetto dell’allattamento che si riscontra poche volte. Non è un “problema” nel senso stretto del termine, anzi direi che è una ricchezza avere tanto latte e desiderare di dornarlo.

Ma come fare?

Ci sono associazioni e organizzazioni preposte e preparate, in primis l’Ospedale pediatrico Meyer che ha organizzato una Banca del latte Materno.

Sul loro sito si legge:
“Per Banca del latte Materno si intende un punto di raccolta del latte donato da madri diverse e distribuito gratuitamente, dopo opportuno trattamento, ai piccoli pazienti che ne hanno bisogno.
Le donatrici sono mamme in buona salute che producono latte in eccesso rispetto alle esigenze dei propri figli e che scelgono volontariamente di destinarne una quota ad altri bambini che ne hanno bisogno.Chi sceglie di donare una quota del proprio latte, con sensibilità e responsabilità, accetta sempre di buon grado di sottoporsi ad un semplice ma necessario controllo.
Le banche del latte umano, correlate funzionalmente a reparti pediatrici, raccolgono trattano, conservano e distribuiscono, su indicazione medica, il latte delle donatrici.
Il latte umano donato è destinato principalmente a quei bambini che non sono nutriti dalla propria madre e che, a causa di particolari condizioni cliniche, presentano una ridotta tolleranza per altri tipi di alimento.”

La B.L.U. del Meyer è una delle maggiori strutture del genere esistenti nel nostro Paese ed è stata la prima in Italia (dall’8 marzo del 1971) ad effettuare la raccolta del latte a domicilio delle donatrici.

Teniamo presenti, però, un paio di cosette: i primi tempi che il bimbo salta una poppata il latte avanza e ti senti scoppiare il seno. Ma giorno dopo giorno, se il tuo corpo sa che quella poppata non “serve” più, produrrà meno latte in quel momento della giornata, si auto-regolerà sulla quantità necessaria richiesta al momento della poppata.

Ma tirandosi il latte, il seno viene “ingannato” e stimolato a continuare a produrre una quantità che in realtà è eccessiva.

L’importante è – però – non stare male, cioè evitare un ingorgo mammario. Se il seno è eccessivamente gonfio, caldo e dolorante, farsi una doccia o un bagno caldo e lasciare che il latte sgorghi sotto l’acqua è un buon metodo per lasciarlo fuoriuscire, senza tirarselo.

Un’altra soluzione possibile è rivolgersi ai consultori: potrebbero conoscere una mamma che si trova in difficoltà per carenza di latte, la quale sarebbe ben felice di accettarne da altre mamme, piuttosto che far uso di latte artificiale.