L’infezione da virus influenzale A (H1N1) precedentemente definita “influenza suina” può essere causa di malattia grave fra le donne gravide e i lattanti (1) . È noto dall’esperienza delle pandemie del 1918-19 e del 1957-58 che l’infezione è associata ad aumento dei tassi di aborto spontaneo, distress e parto pretermine, specialmente nelle donne affette da polmonite secondaria a infezione batterica (2) .

Poiché i bambini non allattati al seno sono più suscettibili di infezione e ospedalizzazione da malattie respiratorie, si raccomanda sulla base delle evidenze raccolte (2, 3, 4) che durante la malattia le nutrici adottino le stesse misure atte a ridurre il rischio di trasmissione raccomandate per la popolazione generale, e che gli operatori della salute che assistono le coppie madri- bambini:

  • sostengano tutte le donne per promuovere l’allattamento al seno
  • sostengano le donne sospettate di avere l’influenza da A (H1N1) a continuare ad allattare. L’assunzione di farmaci antivirali a scopo terapeutico o di profilassi è compatibile con l’allattamento
  • sostengano la produzione di latte materno, tramite espressione manuale o meccanica, se la madre fosse troppo debole per allattare
  • alimentino il bambino con latte formulato, se la madre fosse ammalata troppo gravemente per poter allattare o spremere il latte
  • sostengano l’allattamento diretto al seno del lattante ammalato, o tramite latte materno spremuto se fosse troppo malato per poppare

Raccomandazioni per i punti nascita e gli ospedali
I lattanti rappresentano come già detto un gruppo ad alto rischio per malattia grave da influenza A (H1N1) ma ci sono ragioni sufficienti per ritenere che il passaggio del virus nel latte materno sia raro. Pertanto si raccomanda che le puerpere affette da influenza H1N1 o sospette tali siano sostenute ad allattare al seno i propri piccoli, sia pure tenendo conto di situazioni speciali che dovranno essere gestite caso per caso. In caso di separazione dal neonato, dovranno essere sostenute a fornire latte entro le due dal parto se il neonato è nato a termine e entro le sei ore se è nato pretermine. Poiché le quantità di latte materno necessario al neonato nei primi giorni dopo il parto sono modeste, sarà da preferirsi la spremitura manuale e la somministrazione con cucchiaino o siringa, in modo da evitare di esporre il neonato ai rischi legati alla suzione da biberon (5).

I bambini ospedalizzati dovranno poter essere allattati dalla madre e se ricoverati in UTI dovranno continuare a ricevere il latte della propria madre, opportunamente assistita a raccoglierlo.

Si raccomanda infine agli operatori della salute ospedalieri e del territorio di usufruire delle competenze , dove presenti, degli operatori appositamente dedicati al sostegno dell’allattamento quali le Consulenti Professionali in Allattamento Materno IBCLC (www.aicpam.org) e le Consulenti de La Leche League (www.lllitalia.org) (5).

  • Per maggiori informazioni visita il sito AICPAM
  • Leggi il comunicato de La Leche League (pdf) sui benefici dell’allattamento anche in caso di malattia influenzale, sia che si ammali la mamma che il bambino.