AUTORE: Jolanda Stevani
TITOLO: MAMME E POI? Ritrovare se stesse dopo il parto
EDITORE: Giunti Demetra Editore
ANNO PUBBLICAZIONE: 2006
Dall’introduzione di Anna Oliverio Ferraris:
“La maternità è un evento centrale nella vita di una donna. Nella maggior parte dei casi la nascita del primo figlio rappresenta un giro di boa che cambia drasticamente il modo in cui una donna guarda alla vita, a se stessa, alla relazione con il partner e con la propria madre. È la sua stessa identità a subire un cambiamento.
La modernità ha portato maggiori conoscenze relative al parto, alla gravidanza, ai bisogni fisici e psicologici dei bambini. In parallelo, tuttavia, è aumentata è aumentata la solitudine della neomamma che, al ritorno a casa spesso si trova sola con un neonato tra le braccia.
Serve allora prepararsi alla maternità riflettendo sui cambiamenti fisici e psicologici che essa comporta, sull’accoglienza e i bisogni del neonato, sulla relazione con il proprio partner, sulle tappe dello sviluppo. Aumentare la consapevolezza significa anche sentirsi più serene e sicure.”
La prima parte del libro affronta il tema della scelta di diventare madre, dei cambiamenti che questa comporta nella vita di una donna (sia fisici che psicologici) e della famiglia.
La seconda parte si addentra invece nel tema del “dopo il parto”, e parla dello stress dei primi tempi, del baby-blues e della depressione, delle paure della madre … della forma fisica e della femminilità.
Un capitolo affronta il tema delicato del passaggio da “bambino ideale a bambino reale” e della costruzione di una positiva relazione con il bimbo.
I neopapà non si sentano esclusi: anche loro trovano voce in questo testo, sia come singoli che nella coppia e nella costruzione di un nuovo equilibrio. “La transizione alla genitorialità rappresenta per il neopapà una fase di cambiamento, delicata e complessa, perché richiede tutta una serie di aggiustamenti […]
I futuri papà non rimangono certo indifferenti di fronte alla metamorfosi che la gravidanza apporta al fisico e allo stato d’animo della compagna: le possibili reazioni dipendono da molteplici fattori.In prospettiva di un nuovo arrivo l’uomo deve affrontare il passaggio da una relazione a due a un rapporto di tipo triangolare, nel quale a volte il bambino può essere percepito come un piccolo invasore” [pagg. 126-129]
E se ci sono già dei fratellini: come prepararli all’arrivo del “nuovo”? Come affrontare la naturale gelosia che si sviluppa nel primogenito? Come far sì che questa diventi momento di crescita?
“Cosa possono fare i genitori per superare la criticità dei primi tempi e ristabilire l’equilibrio familiare? Cercare di comprendere quello che prova il bambino e indispensabile, mettersi nei suoi panni è fondamentale per fargli capire che mamma e papà non solo non lo criticano, ma sono disponibili ad accogliere i suoi sentimenti, di qualunque tipo essi siano, perché tutti li provano; la migliore arma è sempre la tenerezza, perché in questa circostanza la paura di perdere l’affetto dei genitori può essere per il primogenito un vero e proprio chiodo fisso. […] Imparare fin da piccoli a riconoscere, accettare e gestire la gelosia può fornire le basi per progredire verso una struttura più matura di personalità, che richiede un’adeguata capacità di tolleranza alla frustrazione. La dolcezza con la quale i genitori dimostrano la loro empatia verso i sentimenti del figlio non deve impedire, però, loro di essere e mostrarsi risoluti. [..] E’ necessario tenere bene a mente che per crescere la frustrazione è necessaria: l’ex figlio unico che non viene aiutato ad abbandonare le sue pretese di esclusività è destinato a diventare un adulto che in tutte le relazioni anteporrà costantemente le sue priorità. […] In ogni caso, per far fronte alle varie difficoltà e facilitare il ripristino dell’equilibrio familiare, i genitori e soprattutto la mamma, possono ricorrere a qualche semplice espediente: lo scopo è quello di consentire all’ex figlio unico di metabolizzare con naturalezza i cambiamenti conseguenti all’arrivo del bebè.[…] Ogni bambino ha i suoi ritmi e , nei confronti della madre, tende a sentirsi sempre piccolo, perciò è bene evitare di sovraccaricarlo di responsabilità e dargli modo di sentirsi sempre nel pieno diritto di ricevere amore e coccole dalla sua mamma.” [pagg. 180-182]
Ho trovato interessante la parte in cui consiglia alle mamme di prendersela più “easy”. Spesso infatti siamo così impegnate a star dietro ai figli, al compagno, al lavoro, alla casa, ecc.. che si finisce per essere insoddisfatte e stanche.
Allora partiamo dal presupposto che essere mamme è una fatica, ma non ci poniamo obiettivi troppo alti: facciamo meno ma meglio!
Facciamo qualche pulizia di casa in meno, cerchiamo di unire l’utile al dilettevole, magari facendoci aiutare dai figli in modo giocoso a cucinare, a spazzare, ecc… e forse ci sentiremo più leggere, divertendoci con loro!