Condividiamo un post trovato sul blog www.QUANDONASCEUNAMAMMA.com e scritto da Barbara, mamma e psicologa assistente alla maternità: è la nostra filosofia!!!

Ho visto in questi giorni uno scatenarsi di polemiche sull’allattamento..e così ho sentito di voler dire la mia, dato che anche per me è parte integrante del lavoro sostenere le neomamme in questo aspetto…
Allattare… Innato? Da imparare? È un obbligo?
Gira su Facebook un post, messo su da una mamma e proposto da una categoria, in cui si propone di denunciare chiunque suggerisca ad una neomamma una marca di latte artificiale.
Se è vietato dalla legge, un motivo ci sarà.
Senz’altro l’obbiettivo di questa iniziativa è boicottare tutti quelli che non sostengono l’allattamento al seno, puntando sul business del latte in polvere e abbandonando la mamma, peggio ancora guadagnandoci, anziché sostenerla in questa magnifica avventura. E questo mi pare condivisibile senza dubbi.
Ma mi domando se tali iniziative risolvano il problema.
Per curare sul serio una malattia, non si agisce sui sintomi ma sulle cause.
Così per la mentalità dell’allattamento: prendere di mira l’ultimo anello della catena non so quanto serva, se poi non c’è stata la formazione prima.
Vietare a chiunque di parlare di artificiale potrebbe essere da valutare se e solo se le mamme siano state sicuramente formate, istruite, sostenute, se abbiano sostegno a casa, se siamo sicuri che ci sia latte in abbondanza e…se lo vogliono davvero. Ce lo siamo mai chiesto?
Credo sia fondamentale non dimenticare mai questo aspetto.
Anche nel mio sito, dove ho pubblicato una dispensa specifica sull’argomento, ho usato questa metafora: l’allattamento è una meravigliosa storia d’amore. Tra mamma e bambino.
Dipende esclusivamente da loro due: ne sono i protagonisti assoluti e tutti, ma proprio tutti gli altri, professionisti compresi, sono attori sullo sfondo che possono dare consigli e niente più.
Senza indurre sensi di colpa, senza recriminazioni. Senza imporre la propria volontà, anche se ben formata professionalmente.
Un cucciolo di una mamma che “distribuisce latte” ma che è sfinita, si sente nervosa o in colpa, perché fa “quello che deve fare perché l’ha detto qualcun altro” beh…se ne fa poco o niente.
O un piccolo che per tanti motivi (una nascita prematura, una condizione di salute particolare) si sia abituato al biberon e non vuol saperne del seno?
Non è forse giusto rispettare le volontà di queste due persone, che hanno il diritto di dire “non ce la faccio, non mi va, non ho risorse in questo momento per questo percorso?” Pensiamoci.
Anche i bambini hanno la loro volontà. O i loro problemi.
Un frenulo corto, una fisiologia del seno particolare, una condizione di salute o psicologica, seppur transitoria, possono essere di ostacolo a un buon avvio.
Il compito di un professionista serio è dare le corrette informazioni, sostenere la mamma, incoraggiarla, illustrare vantaggi e limiti di tante scelte…avendo rispetto delle sue idee, limiti, risorse.

Basta con le mamme che piangono perché sedicenti esperti hanno detto loro che se il bambino non prende il latte materno quasi sicuramente sarà vittima della sids.

Basta con terroriste dell’allattamento che si rivolgono a una mamma che nonostante una piccola giunta iniziale ha allattato notte e giorno nove mesi dicendole “Certo, per quel poco latte che tuo figlio ha preso…”

Basta sentire che un piccolo non prenderà mai più il seno perché la mamma una volta, disperata, gli ha dato il ciuccio per dormire un’ora.

Basta.

Se alla base di qualsiasi dichiarazione ci sono delle verità più o meno discutibili, l’intelligenza, il buon senso e il tatto di chi le filtra, rendendo una minaccia un dolce consiglio, trasforma un buon servizio di sostegno nell’ennesima campana che la mamma deve subire, che la stordisce e la svilisce.
Non sarà che le mamme dovranno difendersi anche da noi, esperti straripanti di nozioni ma poveri di empatia?
Sarebbe veramente una grave, grave sconfitta.

Dott.ssa Barbara Capponi
Psicologa Assistente Alla Maternità

(Articolo tratto da: http://www.quandonasceunamamma.com/2011/12/allattare-si-no-forse-limportanza-del.html)