AUTORE: Alessandra Bortolotti
TITOLO: E se poi prende il vizio? Pregiudizi culturali e bisogni irrinunciabili dei nostri bambini
EDITORE: Il Leone Verde (2010); Collana: Il Bambino Naturale
Esistono molti libri sull’accudimento dei bambini. Spesso si presentano come manuali di istruzioni, come magiche ricette di felicità per genitori e figli. Questo libro non propone metodi uguali per tutti, poiché è rivolto a genitori unici che vogliono mettersi in gioco in prima persona e compiere scelte libere, informate e autonome. È un invito a riflettere sulla particolarità di ogni famiglia, sul diritto di allevare i bambini in piena libertà lasciando da parte i pregiudizi culturali, ascoltando il proprio cuore e il proprio istinto.
Il testo è arricchito da numerose fonti bibliografiche che rimandano alle ultime scoperte delle neuroscienze e delle ricerche sulla fisiologia di gravidanza, parto e allattamento per sottolineare in maniera semplice e chiara, come rispondere ai bisogni affettivi di base dei nostri bambini non abbia nulla a che vedere coi vizi ma, anzi, sia un patrimonio irrinunciabile che può influenzare positivamente l’equilibrio fisico ed emotivo di tutta la loro vita.
Attraverso l’analisi dei bisogni primari ed universali di ogni bambino in queste pagine vengono trattati temi quali l’allattamento, il sonno dei neonati e dei bambini più grandi, il bisogno di contatto e le più efficaci forme comunicative fra genitori e figli. Questo libro vuole “liberare” i genitori che compiono scelte di accudimento basate sull’amore incondizionato e sull’importanza primaria della relazione affettiva coi propri bambini.
Dall’introduzione: «Esistono molti libri sull’accudimento dei bambini, forse troppi. Spesso si presentano come manuali di istruzioni, pieni di metodi da imparare come fossero magiche ricette di felicità per genitori e figli: ecco quello che non troverete. L’obiettivo di queste pagine è di liberare i genitori dai pregiudizi culturali trasmessi attraverso giornali, riviste, libri, format televisivi e dalle possibili ingerenze di esperti, parenti o amici che si sentono in diritto e in dovere di dare consigli o giudizi non richiesti.
Sembra di dover imparare a fare i genitori e di doversi sempre confrontare con padri e madri migliori di noi per non creare figli infelici, dipendenti, che disturbano, troppo mammoni, maleducati, bamboccioni … e la lista di aggettivi pare infinita! Sembra di dover sempre rendere conto di quello che facciamo con i nostri bambini: ai nonni, al pediatra, alle amiche, alle maestre e a tutti quelli che conosciamo; spesso ci sentiamo in dovere di giustificare le nostre scelte ancora prima che queste vengano criticate e messe in discussione ».