AUTORE: Giada Sundas
TITOLO: Le mamme ribelli non hanno paura
EDITORE: Garzanti (2017);
Giada Sundas è un’autrice brillante, che è diventata mamma a 23 anni, e ha scritto questo suo primo libro per lasciare a sua figlia Mya una testimonianza del progetto d’amore che l’ha portata al mondo, ma anche per urlare al mondo che le neo-mamme non devono sentirsi sbagliate, sole e frustate, ma devono condividere queste sensazioni per “normalizzare” il loro vissuto post-parto.
E questa, che è proprio la mission della nostra Associazione, ci fa nominare Giada Sundas una MammAmica a tutti gli effetti! 🙂
Il libro enumera una serie di situazioni tragicomiche in cui ci si può facilmente ritrovare da neo-genitori-senza-libretto-di-istruzioni, ma raccontate con una tale autoironia che aiuta a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno!
“Essere genitori non è difficile: essere il genitore che hai deciso di essere è difficile, essere il genitore che ti viene di essere è la cosa più facile del mondo.”
L’attesa vissuta durante la gravidanza con tutte le sue aspettative e buoni propositi, viene a fare i conti con una realtà piuttosto diversa nei primi giorni e mesi dopo la nascita della bambina. Questo non perché Giada e il suo compagno abbiamo attraversato particolari difficoltà, ma perché la sensazione di sentirsi stanche e mai all’altezza del nuovo ruolo di neo-mamma, specialmente nei primi tempi, manda spesso in crisi e in pianti ininterrotti la donna che si trova ad affrontare questa nuova avventura, sicuramente meravigliosa, ma a tratti anche difficile.
“Piansi ancora, ogni giorno, ogni notte, ogni volta che non riuscivo a capire cosa dovevo fare. Tu piangevi, io piangevo. […] Diciamolo al mondo che è dura, che la maternità ti investe senza preavviso […] e una puerpera ha bisogno del suo compagno accanto. […] Dev’essere dura essere padre, mentre con un braccio si culla un neonato e con l’altro una mamma stanca.”
Se il titolo all’inizio non mi convinceva del tutto, mi sembrava quasi un inneggiare a voler fare la mamma dura, forte che non ha paura, poi la scrittura della Sundas mi ha rapita per la fluidità, l’ironia, la cultura degli esempi che spaziano dalla musica al cinema alla tecnologia con molta armonia e perchè traspare il messaggio che non c’è davvero bisogno di “fare le mamme ribelli”, ma di una rivoluzione culturale che porti i disagi emotivi delle neo-mamme al centro di un dialogo quotidiano e naturale e ad una formazione sempre più accogliente nei corsi di accompagnamento alla nascita, negli ambulatori pediatrici (perchè bisogna continuare a dare attenzione anche al benessere psicofisico delle mamme, se si vuole un bambino felice oltre che sano) e tra il personale ospedaliero.
Se poi le mamme hanno la fortuna di socializzare con altre puerpere (obiettivo che durante la pandemia è stato ancor più duro raggiungere), di mantenere rapporti di amicizia con altre neo-famiglie magari con figli più o meno coetanei, e di potersi confrontare tra loro ad un livello emotivo molto confidenziale, allora con la giusta consapevolezza potranno dire “…non ero sola, quello che stavo provando era normale!”